
Dopo nove mesi di attesa, di gioia ma insieme anche di dubbi e di paure, finalmente il piccolo è nato. Sembrerebbe la conclusione di una storia a lieto fine, e invece no, è solo l’inizio di una nuova vita, non solo per il bambino ma anche e soprattutto, per la sua mamma, oltre che per il papà e per l’intera famiglia.
Il periodo che segue il parto è un momento di grandi cambiamenti, non solo per il corpo della mamma, ma anche per il nuovo assetto familiare creatosi con l’arrivo del bebè. Affrontare al meglio il periodo del post parto è quindi importante per aiutare davvero la neomamma nella sua nuova avventura di vita.
La donna, in questa fase, ha bisogno di tranquillità e riposo. Ha bisogno di dormire. Di imparare spontaneamente ad attaccare il bambino al seno. Di riconoscersi e sincronizzarsi poco alla volta con lui. Ha bisogno di tempo e spazio per sé. Ha bisogno di sostegno pratico e contenimento, per poter recuperare le forze dal punto di vista fisico e le energie da quello mentale.
Alla naturale stanchezza fisica, ai fastidi o dolori legati ai traumi del parto (ad esempio alle possibili suture) e ai processi strettamente ormonali, si sommano in questa fase le incertezze e le ansie psicologiche ed emotive di una mamma che per la prima volta si trova ad essere tale e non sempre riesce a fidarsi del tutto del proprio istinto naturale di madre.
I primi giorni dopo il parto sono insomma estremamente complessi. Rappresentano un articolato processo di assestamento in cui forgiare e fondare nuovi equilibri. Quelli della donna come tale e come madre. Quelli della madre e del padre, individualmente e in coppia, con il bambino e del bambino con loro. Quelli interni alla coppia stessa, sia come genitori che come compagni e amanti.
Non solo. E’ paradossalmente proprio in questa fase così delicata che la neo-mamma si prepara alla cosiddetta montata lattea -, quindi al successivo allattamento – e insieme al ritorno a casa, dove molto spesso si sentirà ancor più sola e disorientata.
Subito dopo la nascita del bambino, quindi il corpo si rimette in moto per tornare alle sue condizioni originarie. Questo periodo viene chiamato puerperio e dura circa 6-8 settimane, mentre le 24 ore immediatamente successive al parto e all’espulsione della placenta, vengono definite “post partum”.
Cosa succede nel corpo della mamma in puerperio?
Il corpo ha sperimentato una grandiosa trasformazione durante la gravidanza, nel corso dei nove mesi si è lentamente adattato ad ospitare la creatura e permetterle di crescere dentro di sé. Dopo il parto invece le modificazioni sono fisiologicamente molto più rapide: l’utero entro i primi dieci giorni assume di nuovo le sue dimensioni pregravidiche, gli altri organi all’interno dell’addome e della pelvi tornano alla loro posizione originaria e avviene una ridistribuzione dei liquidi corporei, che è molto evidente soprattutto in quelle donne che in gravidanza hanno sofferto di ritenzione idrica e gonfiori.
È possibile che durante il parto ci siano state delle lacerazioni spontanee, o che sia stata praticata l’episiotomia, e che siano stati dunque necessari dei punti di sutura, che impiegheranno un numero di giorni variabile per cadere (vengono solitamente utilizzati punti di sutura riassorbibili).
Se invece la donna ha subito un cesareo, il tempo necessario per il riassorbimento dei punti e la cicatrizzazione sarà maggiore, pertanto sarà maggiore il suo bisogno di riposo.
La puerpera per un periodo di tempo variabile tra le 2 e le 4 settimane ha delle perdite vaginali (dureranno meno per coloro che subiscono un taglio cesareo), che sono espressione del ritorno dell’utero alle sue condizioni originarie: la contrazione costante dell’utero permette e accompagna l’eliminazione di eventuali residui di tessuto placentare, allo stesso tempo l’endometrio si ripristina, e la ferita lasciata dal distacco della placenta si rimargina. Inizialmente le perdite sono abbondanti e di colore rosso vivo, e vanno diminuendo fino a diventare una piccola perdita rosso scuro o marrone per diversi giorni.
Durante il puerperio possono sopravvenire alcuni disturbi fisiologici, a volte assai fastidiosi:
Depressione port-parto
Molte mamme “alle prime armi” sperimentano un malessere fisiologico chiamato “baby blues“, che spesso si manifesta dopo la nascita del bambino e che generalmente comprende sbalzi d’umore e crisi di pianto che si risolvono rapidamente. Altre neo mamme vanno però incontro ad una più severa e duratura forma di depressione, nota come depressione post-parto.
La depressione post parto non è una debolezza né un difetto caratteriale. A volte è semplicemente una complicazione del parto. Se si va incontro a depressione post parto, un trattamento tempestivo può essere utile per tenere controllati i sintomi e riuscire a godersi a pieno il proprio bambino.
Contrazioni uterine
Avvengono nelle ore successive al parto e possono durare alcuni giorni. Sono un fenomeno naturale che permette all’utero di tornare alle dimensioni pre – gravidiche. Possono essere più o meno dolorose. In genere si accentuano durante l’allattamento e tendono ad essere più intense al secondo parto.
Lochiazioni
Si tratta di sanguinamenti vaginali assolutamente fisiologici. I “lochi” sono infatti secrezioni costituite da sangue e frammenti di decidua. Nei primi giorni hanno colore rosso scuro, simili a flusso mestruale, possono essere molto abbondanti ed essere misti a coaguli di sangue. Tenderanno poi a diminuire in quantità e ad assumere un colore rosato o bruno, con una consistenza più liquida.
Durano circa 3-6 settimane e tendono a terminare con il cosiddetto “capoparto”, ossia il ritorno vero e proprio delle mestruazioni. Questo si verifica da 3-4 mesi dopo il parto fino a 8 mesi, dipende da donna a donna e può essere ritardato dall’allattamento.
Galattorrea
La galattorrea è la perdita di latte dal capezzolo. Nelle donne in allattamento è un fenomeno del tutto normale, anche se non sempre si manifesta.
Nelle donne che non allattano può verificarsi nelle prime settimane per poi interrompersi spontaneamente, con la cessazione della produzione di latte.
Per gestire le perdite di latte possono essere utili apposite coppette usa e getta o in cotone.
Congestione mammaria
Si manifesta con intenso gonfiore del seno associato a una sensazione di calore, durezza e pesantezza. Il disturbo è causato da un aumento dell’apporto di sangue al seno, a un’abbondante produzione di latte e/o a un più difficile svuotamento.
Può verificarsi alla montata lattea, quando il latte materno vero e proprio sostituisce il colostro (dopo qualche giorno dal parto), o anche in caso di intervalli di tempo troppo lunghi tra una poppata e l’altra. In questo caso, è possibile aumentare la frequenza tra le poppate o tirare il latte.
Può essere di aiuto, per contrastare i sintomi e aiutare il latte a scendere, fare impacchi, una doccia calda o indossare reggiseni più robusti. Se i sintomi persistono o il dolore peggiora, è consigliabile consultare il proprio medico di riferimento.
Dolore perineale
Questo sintomo è comune nelle donne che hanno subito lacerazioni di vario grado e/o un’episiotomia, cioè l’incisione del perineo che si rende necessaria in alcuni casi per agevolare il passaggio del bambino attraverso il canale del parto.
Alle dimissioni è importante fornire alla neomamma tutte le informazioni per la gestione della ferita e dell’eventuale dolore. I punti di sutura cadranno spontaneamente in circa una settimana; in questo tempo è consigliabile fare lavaggi tiepidi con sapone diluito, mantenere la ferita asciutta e cambiare spesso l’assorbente. Se si avverte dolore nello stare sedute, si può adoperare un cuscino o l’apposita ciambella.
Piccole perdite di urina
Nel post parto è possibile avvertire piccole fuoriuscite di urina, soprattutto a seguito di uno sforzo, una risata, uno starnuto o un colpo di tosse. Anche questo disturbo in genere scompare da solo in qualche settimana.
Piccole perdite sono normali, non va però sottovalutata una vera e propria incontinenza urinaria da sforzo e in sua presenza occorre consultare il medico e valutare possibili interventi come una adeguata ginnastica pelvica.
Costipazione
Nei giorni successivi al parto, la regolarità intestinale potrebbe essere alterata. Può essere di aiuto consumare verdura, frutta e cereali integrali e bere molta acqua. Anche in questo caso, se il disturbo persiste, occorre consultare il medico.
Un’altra problematica può essere la comparsa di emorroidi: lavaggi e creme da banco possono aiutare ad alleviare il fastidio; è comunque bene chiedere consiglio al proprio medico in caso di necessità di specifiche prescrizioni.
Sudorazione notturna
Le donne spesso sperimentano una maggiore sudorazione dopo il parto, in particolare nel corso della notte. È il corpo che si adatta ai nuovi livelli ormonali.
Quando è meglio consultare il proprio ginecologo?
Oltre alle situazioni già evidenziate è suggerito un consulto medico anche nei seguenti casi:
● Febbre alta superiore a 38 o forti brividi.
● Perdite vaginali maleodoranti.
● Dolore, bruciore o difficoltà a urinare.
● Gravi crampi o dolore addominale che non passano con gli analgesici.
● Aumento del rossore, del gonfiore o del dolore al perineo o separazione dei punti.
● Aumento della quantità nelle lochiazioni che richiede l’uso di più di un assorbente all’ora.
● Visione offuscata.
● Forte mal di testa o svenimento.
● Problemi respiratori.
● Eventuali segni di depressione post parto: ansia incontrollata, pensieri negativi verso se stesse o il bambino (compreso quello di farsi o fargli del male), paura o preoccupazione che inficiano la gestione della quotidianità.