
Il cordone ombelicale è il collegamento tra il piccolo e la mamma durante tutta la gravidanza. Serve, infatti, a unire feto e placenta, per nutrire il bebè quando è nel ventre materno.
È composto da una vena, che porta sangue nutriente e ossigenato alla placenta, e due arterie.
Se da un lato è connesso alla placenta, dall’altra estremità si inserisce nell’ombelico del bambino.
Alla nascita, il cordone viene tagliato e chiuso con una mollettina o un elastico, a seconda dall’ospedale, e poi coperto con una garza sterile asciutta.

Cosa succede dopo il parto?
Subito dopo il parto, a distanza di un tempo massimo di 3 minuti, il cordone ombelicale viene chiuso temporaneamente con un’apposita pinza (clampato) e successivamente reciso; ciò che ne rimane prende il nome di moncone ombelicale.
In alcuni ospedali il taglio del cordone ombelicale viene talvolta praticato dal papà, ovviamente sotto l’attenta supervisione del personale medico presente in sala parto, rendendo ancora più emozionante ed indimenticabile la nascita della nuova vita.
Il cordone ombelicale è immerso, durante tutta la gravidanza, nel liquido amniotico; dal momento del parto l’esposizione del cordone all’aria determina un fisiologico processo di mummificazione della durata di circa 5-15 giorni, durante i quali si verificano modifiche strutturali che inducono successivamente al suo distacco completo, generando così la cicatrice ombelicale (ombelico).
Durante il periodo di mummificazione, il moncone ombelicale può essere considerato come una ferita in via di guarigione e dunque una potenziale fonte d’infezione locale o sistemica per il neonato.

La medicazione del cordone ombelicale
La medicazione del moncone ombelicale andrà fatta almeno una volta al giorno, e comunque ogni qualvolta la garza sterile che avvolge il moncone non sia asciutta o sia sporca di feci o urina.
Consigliamo di:
- effettuare un accurato lavaggio delle mani: svolto con sapone e acqua del rubinetto per almeno 40/60 secondi;
- sollevare il moncone del neonato e rimuovere la medicazione presente;
- se la garza utilizzata nella medicazione precedente è attaccata al moncone, va bagnata con soluzione fisiologica per facilitarne il distacco;
- se il moncone ombelicale risulta sporco da feci/urine provvedere a detergerlo con sapone liquido neutro, a risciacquarlo con soluzione fisiologica e ad asciugarlo con tamponi di garza sterile;
- prima del distacco del moncone, il neonato non può fare il bagnetto, ma va lavato solo mediante spugnature;
- l’utilizzo di un disinfettante è sconsigliato, se necessario, dal pediatra;
- posizionare una garza sterile protettiva, ripiegata ed asciutta, attorno al moncone e al morsetto;
- tenere la garza in sede mediante l’utilizzo di una retina elastica per medicazioni;
- può essere d’aiuto anche chiudere il pannolino praticando una piega sotto l’ombelico per favorire il passaggio di aria ed evitare di chiudere il moncone ombelicale dentro il pannolino.
- indossare una mascherina protettiva durante la medicazione in caso di infezioni delle vie respiratorie.
Una volta caduto il moncone è necessario continuare le medicazioni per alcuni giorni fino a completa cicatrizzazione della ferita. Si continuerà a lavare il neonato mediante spugnature fino a completa guarigione della ferita dopodiché sarà possibile effettuare il primo bagnetto.
Se l’ombelico puzza…
I segni di una probabile infezione locale del moncone ombelicale sono caratterizzati da arrossamento alla base dell’ombelico e la presenza di cattivo odore e secrezioni maleodoranti. Un cordone ombelicale che puzza può essere il segno di un’infezione locale, in questo caso è sempre bene rivolgersi alla propria ostetrica o al proprio pediatra per valutare la necessità di una terapia.
Non deve invece destare preoccupazione la presenza di crosticine che possono essere delicatamente rimosse durante l’igiene dell’ombelico al cambio del pannolino.
Tra le complicazioni più comuni del moncone ombelicale si possono riscontrare:
- Infezione del moncone ombelicale: in fase iniziale si può manifestare con una minima infiammazione, ritardo e difficoltà di essicazione ed eritema della regione peri-ombelicale. Se non riconosciuta precocemente può evolversi in un’infezione più profonda da non trascurare.
- Granuloma ombelicale: dovuto alla combinazione della presenza di organismi saprofiti e di norme igieniche poco scrupolose. Generalmente si ottengono buoni risultati detergendo con alcool etilico e cauterizzando con nitrato d’argento. Il trattamento viene ripetuto dal Pediatra a d intervalli di pochi giorni fino a guarigione.
- Emorragia ombelicale: può essere dovuta ad un piccolo trauma locale, a una legatura impropria del cordone ombelicale o a difetto nella formazione del trombo. Potrebbe anche essere indicazione di deficit di Vitamina k.
- Ernia ombelicale: spesso dovuta ad una chiusura imperfetta dell’anello ombelicale, che può essere spesso associata a diastasi. Si presenta come una soffice tumefazione ricoperta da cute che protrude durante il pianto e I colpi di tosse. Può essere ridotta facilmente con delicata digito-pressione, nella maggior parte dei casi tende a risolversi spontaneamente entro l’anno di età.
Cellule staminali e cordone ombelicale
Perché le cellule del cordone ombelicale sono ritenute così importanti? Il sangue del cordone ombelicale costituisce una ricca fonte di cellule staminali ematopoietiche. Andiamo per gradi.
Cominciamo col dire che le cellule staminali sono progenitori cellulari ad alto potenziale proliferativo in grado di auto rinnovarsi (sono cioè capaci di riprodurre cellule figlie uguali a sé stesse) e di dare origine a tutte le cellule specializzate che costituiscono vari tessuti e organi. Sono comunemente suddivise in due categorie:
- Cellule staminali embrionali (ECSs). Sono le cellule presenti nel cordone ombelicale facilmente recuperabili una volta tagliato l’organo dopo la nascita del bambino.
- cellule staminali adulte/somatiche (ASCs). Identificate a livello di vari organi e tessuti (midollo osseo, pancreas, osso, cartilagine, fegato, cute, sistema nervoso e tessuto adiposo).
Studi e sperimentazioni hanno confermato la possibilità di utilizzare il sangue prelevato dal cordone ombelicale come fonte alternativa di staminali emopoietiche a scopo trapiantologico. In altre parole, le cellule staminali del cordone ombelicale sono perfettamente in grado di ricostituire un midollo osseo dopo la sua distruzione a opera di un trattamento radio-chemioterapico ad alte dosi.
Il sangue cordonale raccolto dopo il parto consente di utilizzare in modo appropriato un elemento biologico la cui relativa immaturità immunologica consente, fra l’altro, di superare quasi sempre le tradizionali barriere di compatibilità permettendo di effettuare il trapianto anche tra soggetti non perfettamente compatibili, come invece è necessario per le staminali emopoietiche da adulto.
Per raccogliere una quantità idonea di cellule staminali dal cordone ombelicale è necessario evitare il taglio precoce del cordone ed è sufficiente non aspettare più di 120 secondi, come raccomandato anche dalla società Italiana di Neonatologia. Quindi la raccolta del sangue cordonale può essere tranquillamente eseguita nel rispetto di quanto raccomandato dall’organizzazione Mondiale della Sanità sul clampaggio tardivo del cordone ombelicale, che non dovrebbe essere effettuato prima di 60 secondi dalla nascita.
Conservazione del cordone ombelicale
Il sangue placentare raccolto attraverso il cordone ombelicale può essere donato alle banche pubbliche volontariamente, gratuitamente e anonimamente per l’esecuzione di un trapianto emopoietico in un paziente che risulti compatibile.
In presenza di specifiche patologie è possibile inoltre effettuare una donazione dedicata.